Manipulated Living
“La realtà è stata sostituita da un’altra realtà, che per alcune persone è molto più reale di qualunque altra cosa” - David Cronenberg
Il video è stato realizzato con l’obiettivo di trasmettere allo spettatore le sensazioni legate alla dipendenza da videogiochi. 

La dipendenza da videogiochi (gaming disorder) è un uso eccessivo o compulsivo di videogiochi, che interferisce con la vita quotidiana di una persona. La dipendenza da videogiochi può presentarsi con una compulsione al gioco, l'isolamento sociale, sbalzi d'umore, ideazione diminuita, e iper-focalizzazione sui risultati del gioco, con esclusione di altri eventi nella vita. È classificata come una dipendenza comportamentale.

L’esigenza, nella scelta del personaggio e della location, è stata quella di allontanarsi dagli stereotipi legati al mondo del gaming. Per quanto riguarda l’ambientazione ad esempio, ci troviamo in una casa di campagna: con l’uso spropositato delle tecnologie anche un ambiente come quello naturale può risultare alienante. Non è per forza necessario trovarsi in città, in una stanza moderna di piccole dimensioni, strumentazioni particolari ecc.

Spesso chi vive una determinata forma di dipendenza non è fin da subito in grado di rendersene conto, e nello stato di confusione, anche una volta compresa la problematica, è difficile uscirne. 
Così nel video ci si trova davanti un ragazzo comune di fronte al proprio computer, che attende l’avviamento del gioco. Nello sviluppo della narrazione il ragazzo si immedesima sempre più nel personaggio fino a pensare di essere lui stesso a vivere determinate situazioni. 

Lo schermo può essere visto come un qualcosa che definisce lo spazio dell’azione. Attraverso questo viviamo una realtà altra, distante da quella reale dove fisicamente siamo immersi.
Si vengono a creare quindi due ambienti, totalmente diversi tra loro ma che in qualche modo coesistono. 
- LOOP -

All’inizio e alla fine del video troviamo una rotellina di caricamento. Si sottolinea l’idea della ripetitività, della difficoltà ad uscire da un ciclo continuo che si ripete ogni volta uguale a se stesso. Ma anche il concetto di attesa, legata alla pazienza e alla difficoltà di smuoversi da situazioni comode seppur malate. 

Il loop si ritrova anche nelle scale che il ragazzo attraversa per raggiungere la stanza. 
Qui l’uso della luce consente di collocare immediatamente lo spettatore nell’ambiente delle prime scene, senza quindi il bisogno di mostrare quello che si trova di fronte al protagonista.
-  COLORI USATI  -

Il colore dominante è il rosso: usato per sottolineare la tensione e l’alienazione del protagonista ma anche per definire in maniera più stringente la stanza in cui ci si trova.

Il colore e il bianco e nero si alternano nella narrazione: separano la dimensione esterna (dettata dall’uso del colore), da quella emotiva di confusione legata al videogioco (b/w).
An experimental video by Elisabetta Maluta
Music: Michael Andrews
THANK YOU!
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